Introduzione:
Nell’articolo seguente vi spiego quali sono le regole da seguire per investire in una startup riducendo al massimo i rischi e massimizzando quindi le probabilità di successo.
Come investire in startup: premesse
Le strategie seguenti sono il frutto di oltre 20 anni di esperienza a contatto con imprenditori e investitori, durante ho supportato oltre 100 startup ed altrettante imprese.
Seconda premessa: ribadisco che investire una startup è sempre rischioso, è comunque vero che ci sono delle strategie per ridurre notevolmente questi rischi.
Rregola numero 1: strutturare una startup intorno a contatti commerciali esistenti o creati prima ad hoc:
In questo caso le operazioni vengono strutturate attorno a dei contatti commerciali vuol dire che io Andrea dama ho contatti commerciali nell’ambito dell’elettronica di consumo quindi conosco distributori nell’elettronica di consumo e vado a cercare investimenti in ambito di elettronica di consumo. [Esempio di azienda americana e investimento in elettronica di consumo]
Come investire in startup: organizzare PRIMA la Exit
Per ridurre i rischi relativi alla exit, dobbiamo lavorare su relazioni e contatti per prevedere una exit che può essere o programmata ad esempio con società del settore oppure coinvestendo con chi è interessato ad entrare anche nella fase successiva. Dobbiamo quindi avere la stessa strategia che hanno i fondi di venture capital, che infatti grazie a relazioni con altri fondi che operano in fasi successive (esempio fondi di private equity) sanno già a chi andranno a presentare l’operazione quando sarà il momento di cedere le quote.
Quotazione:
L’altra soluzione per la exit è la quotazione. [Esempio di quotazione in borsa], con un azienda quotata le mie quote saranno molto più vendibili in quanto saranno in un mercato. Chiaramente dobbiamo tenere conto dove le quotiamo i quanto in Italia alcuni mercati sono poco “liquidi” cioè anche se siamo quotati non è detto che liquidiamo le quote al valore voluto o con la velocità desiderata.
Il problema della quotazione è che dobbiamo comunque raggiungere una capitalizzazione adeguata: anche se di fatto il mercato borsistico ha come vediamo di seguito dei mercati dedicati, non possiamo pensare alla quotazione per startup che non hanno un piano di crescita che prevede di raggiungere a medio termine almeno fatturati indicativi ben superiori a 20 milioni (come minimo).
Questo punto lo sottolineo perchè in Italia molte persone sono abituate a pensare “in piccolo” mentre se vogliamo coinvolgere investitori come venture capital e/o quotare l’azienda, non possiamo far rientrare in queste strategie microimprese che hanno come obiettivo il raggiungimento di 3-4 milioni di fatturato.
Di seguito un link di approfondimento di
- AIM Italia, che è un mercato di Borsa Italia rivolto alle piccole e miedie imprese
- Euronext growth: che è un mercato dedicato alle PMI dinamiche e competitive e caratterizzato da un percorso semplificato alla quotazione e da requisiti minimi di accesso
Come investire in startup: scegliere un settore che conosciamo bene
Se io ho delle competenze o una struttura in un settore ad esempio il software io posso investire in un ambiente software. [Esempio di clienti che operano in ambito app e l’altro opera in ambito saas (software as a service)]
Questa regola sembra banale ma conosco tantissime persone che magari fanno degli investimenti in settori che non conoscono.
E’ chiaro che se io investo in un settore che conosco
- sono molto più capace a valutare quanto mi viene proposto
- avrò più facilmente relazioni con operatori del settore con i quali potrò organizzare un co-investimento o ad esempio valutare partner commerciali, tecnologici etc.
- potrò dare più facilmente un valore aggiunto all’investimento con competenze, relazioni etc.
Conclusione:
Le startup rimangono un ambito di investimento a rischio elevato ma è diciamo fattibile ridurre tale rischio se lavoriamo con le metodologie che vi ho spiegato che poi sono tradotte dei casi pratici.